Gli ospiti indesiderati

Il più frequente “ospite indesiderato” in età pediatrica è rappresentato dai Pediculus humanus capitis.

La pediculosi del capo rappresenta ha un'incidenza del 2-3% nella popolazione generale italiana. La fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini in età scolare, tra 3 e 11 anni di età.

Anche se l'infestazione è caratterizzata da una bassa morbilità, può causare un notevole disagio per il bambino, assenze da scuola e spese sostenute da parte della famiglia per il trattamento. Il trattamento dei pidocchi prevede due opzioni: la rimozione meccanica e l'utilizzo di pediculocidi.

Negli ultimi 10 anni, la terapia convenzionale con pediculicidi topici è stata associata alla comparsa di resistenze. Tuttavia, una percentuale considerevole di recidive sono il risultato di uso improprio del trattamento piuttosto che alla resistenza intrinseca in pidocchi.

Numerosi sono i farmaci topici e sistemici disponibili per il trattamento della pediculosi, ma nessun farmaco è raccomandato nei bambini al di sotto dei 2 anni di età, in cui l’unico trattamento consigliato è il “combing”.

Il farmaco di prima scelta è rappresentato dalla permetrina, la cui applicazione va sempre ripetuta dopo 7 giorni.

Un’alternativa alla permetrina è rappresentata dal malation (raccomandato solo nei bambini di età superiore ai 6 anni), ma anche verso di esso sono in aumento i casi di resistenza riportati in letteratura. Solo in rari casi è possibile ricorrere alla terapia sistemica.

Un altro “ospite indesiderato” molto frequente in età pediatrica, soprattutto nella stagione primavera-estate è rappresentato dalle zecche, ovvero le Ixodidae. Queste sono in grado di trasmettere numerose malattie, la più frequente delle quali, nel nostro paese è rappresentata dalla Borreliosi o Malattia di Lyme.

Il metodo più efficace per prevenire la trasmissione delle malattie da zecche è la pronta rimozione dell’artropode, afferrandolo per la parte più vicina possibile alla cute e compiendo un movimento rotatorio.

E’opportuno evitare l’applicazione di qualsiasi sostanza che possa uccidere la zecca prima della rimozione. Non è necessario effettuare nessuna terapia profilattica, ma bisogna istruire i genitori a tutti i possibili sintomi correlati alle infezioni trasmesse dalle zecche che possono insorgere nei successivi 40 giorni.

Un altro capitolo degli “ospiti indesiderati” è rappresentato dalle parassitosi, la più frequente delle quali nel nostro paese è rappresentata dalla giardiasi. L’infestazione da Giardia lamblia decorre generalmente asintomatica, mentre solo in una minoranza dei casi si manifesta con diarrea acuta oppure diarrea cronica con steatorrea e malassorbimento.

La diagnosi è basata sull’identificazione di cisti o trofozoiti all’esame parassitologico da effettuarsi su almeno tre campioni di feci differenti. Esistono, inoltre, test antigenici con metodiche di immunofluorescenza. Al contrario, la giardiasi non è accompagnata dalla comparsa di ipereosinofilia.

Una particolare parassitosi che negli ultimi anni si sta diffondendo anche nel nostro paese è rappresentata dall’infestazione da Anisakis simplex, un ascaride trasmesso attraverso il pesce crudo o poco cotto. Le manifestazioni cliniche possono essere di due tipi:

1) manifestazioni a carico del tratto gastrointestinale, caratterizzate da diarrea acuta, enterorragia, dolori addominali, fino talvolta alla perforazione intestinale;
2) reazioni allergiche, caratterizzate da anafilassi , orticaria e angioedema acuto o cronico.



Dipartimento Emergenza Accettazione

PUNTURA DI ZECCA

Indicazioni generali
Circolare Ministero della Salute n. 10 del 13 luglio 2000


Le zecche vanno rimosse afferrandole saldamente con una pinzetta il più possibile aderente alla cute, ed effettuando una trazione costante e decisa, ma non brusca, verso l’alto, con una delicata rotazione per evitarne la rottura.

Le mani debbono essere protette da guanti o da un fazzoletto durante l’operazione, per evitare la possibilità di infezione attraverso piccole lesioni della pelle o di autoinoculazione per via congiuntivale o orale. Il rostro, che spesso rimane all’interno della cute, va estratto con un ago sterile.

Dopo l’estrazione della zecca sono indicate la disinfezione della zona (evitando i disinfettanti che colorano la cute) e l’applicazione di antibiotici per uso topico L’applicazione di calore e di sostanze quali acetone, ammoniaca, cloruro di etile, alcol etilico, etere, cloroformio o vaselina sulla zecca prima della rimozione è sconsigliata, in quanto induce in questa un riflesso di rigurgito, con aumento del rischio di trasmissione di agenti patogeni.

La somministrazione di antibiotici per uso sistemico nel periodo di osservazione è sconsigliata, in quanto può mascherare eventuali segni di malattia e rendere più complicata la diagnosi.

Avvertenze per i genitori

Segni e sintomi a cui i genitori devono prestare attenzione se compaiono dopo puntura di zecca (durata osservazione circa 30-40 giorni): - Febbre senza segni e sintomi di localizzazione - Linfoadenopatia - Arrossamento circostante la zona della puntura di zecca - Arrossamento/eruzione imponente in altre regioni del corpo - Dolori articolari e/o muscolari persistenti In caso di comparsa di questi sintomi e/o segni, è indicato: 1. Rivalutazione presso il proprio pediatra curante 2. Eventuale visita specialistica presso il Day Hospital di Malattie Infettive del nostro ospedale previo appuntamento telefonico al numero 055/5662411 (in accordo con il medico curante) Il medico di guardia al PS



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