Approccio dal vivo di un bambino sovrappeso

L’obiettivo principale della terapia dell’obesità infantile è di ottenere un cambiamento permanente delle abitudini alimentari e dello stile di vita del paziente coinvolgendo l’intero nucleo famigliare e definendo ambiti di intervento realistici.
La prima visita nutrizionale rappresenta per questo un momento molto delicato: oltre a raccogliere più informazioni possibili, lo scopo principale è quello di ottenere la fiducia del bambino e della famiglia e la disponibilità ad intraprendere un percorso di cambiamento. La visita pediatrica è l’occasione non solo per escludere eventuali obesità secondarie e programmare eventuali esami ematochimici e strumentali, ma anche per valutare ed elicitare o rinforzare la motivazione della famiglia al percorso di cura. Per fare questo il pediatra può raccogliere e sottolineare dati relativi alla familiarità per diabete o patologia cardiovascolare o può sensibilizzare il genitore nei confronti di elementi, emersi all’esame obiettivo, che siano già indicativi di obesità complicata, come problematiche ortopediche, psicologiche, relative alla fitness, etc… Contestualmente alla valutazione pediatricai, l’anamnesi alimentare è lo strumento indispensabile per rilevare le abitudini nutrizionali. Nei soggetti obesi è difficile stimare l’esatto apporto calorico, nonostante le difficoltà di una rilevazione affidabile, la valutazione delle abitudini alimentari è comunque uno strumento necessario per conoscere:

  • il numero e la distribuzione dei pasti e delle merende;
  • il contesto e le persone con cui il paziente consuma i pasti;
  • la frequenza settimanale degli alimenti principali (cereali, prodotti da forno, snack dolci e salati, carni, pesci, uova, formaggi, salumi, verdure, frutta, legumi , condimenti e salse);
  • il consumo delle bevande zuccherate e dei dolciumi;
  • il consumo dei pasti fuori casa;
  • eventuale presenza di disturbi del comportamento alimentare, quali episodi compulsivi e restrizioni;
  • conoscenze nutrizionali della famiglia;
  • tradizioni famigliari, gusti del bambino e della famiglia, organizzazione e abitudini in famiglia.

La conoscenza delle abitudini e dei comportamenti alimentari del bambino e della famiglia è il punto di partenza per promuovere l’educazione nutrizionale e per formulare raccomandazioni mirate, condivise ed efficaci. Attraverso un passaggio graduale che tenga conto dei gusti del bambino e delle abitudini della famiglia si cerca di arrivare all’acquisizione di un’alimentazione più equilibrata. Per aumentare la compliance potrebbe essere utile fornire ai genitori indicazioni nutrizionali semplici e pratiche, corredate da esempi concreti di spuntini o abbinamenti di alimenti nell’ambito dei pasti principali con riferimento alle porzioni adeguate alle diverse età. E’ utile anche fornire strumenti didattici di informazione su alcuni principi fondamentali della terapia quali ad esempio la regolazione della spesa energetica, l’importanza dell’attività fisica, le conseguenze della sedentarietà, i principi di nutrizione, principali fonti alimentari, gli effetti della scelta di cibi ricchi in fibre a bassa densità energetica, la decodifica dei messaggi pubblicitari, le strategie per una spesa consapevole. Questa modalità di intervento ha sostituito la dietoterapia classica di tipo prescrittivo che standardizzava l’intervento con uno schema dietetico più o meno ipocalorico e che nel tempo non si è dimostrata efficace.

BIBLIOGRAFIA Obesità del bambino e dell’adolescente: consensus su prevenzione, diagnosi e terapia. Società Italiana di Pediatria, 2006.

Obesità pediatrica. Standard italiani per la cura dell’obesità SIO/ADI 2012/2013.

Scaglioni S. Il trattamento: nutrizione. In: Maffeis C, ed. L’obesità del bambino: aspetti clinici e fisiopatologici. Torino: Centro Scientifico Editore, 2009.

DA RICORDARE

Durante il colloquio con i genitori di un bambino obeso è importante chiedere informazioni sull’andamento ponderale dalla nascita in poi

Durante una prima visita pediatrica per obesità è meglio cercare di coinvolgere nel colloquio sia i genitori sia il bambino

Durante la raccolta dell’anamnesi alimentare è utile fare domande sulla quantità e qualità degli alimenti consumati e sulla distribuzione dei pasti e delle merende

Nella prima visita nutrizionale gli obiettivi dietetici mirano a ridurre le calorie introdotte attraverso obiettivi condivisi dal bambino e dalla famiglia.