Ginecologia 0-14 anni
Qualche argomento per iniziare
Vulviti, vulvovaginiti e altro ancora …
Sintomi di prurito e bruciore vulvare e presenza di secrezione vaginale rappresentano forse il più comune problema ginecologico nell’infanzia, ma le modalità diagnostiche e soprattutto le linee terapeutiche sono tutt’altro che definite e condivise.
Fondamentale sul piano clinico è la distinzione tra quadri di vulvite, che spesso riconoscono eziologie non infettive (ad es. allergiche) e reali vulvovaginiti. Le vulviti poi, in oltre un terzo dei casi, non sono affatto forme infettive, ma quadri allergici o dermatosi. Anche quando il coinvolgimento vaginale è evidente non necessariamente si tratta di infezioni da germi specifici, ma spesso sono in causa batteri saprofiti che sono diventati patogeni opportunisti per momenti di immunodepressione transitoria.
Confrontiamoci su come ci comportiamo di solito:
- ci facciamo guidare dai sintomi e proponiamo comunque una terapia topica (e quale?) o un trattamento antibiotico per os?
- oppure cerchiamo di giungere ad una diagnosi microbiologica effettuando una coltura con un prelievo il più possibile traumatico?
Anche i risultati di un esame colturale non sono però sempre chiaramente orientativi per la risposta terapeutica, soprattutto per la difficoltà di differenziare tra saprofiti e patogeni opportunisti.
Riflettiamo soprattutto su quale patogeni vanno affrontati con un trattamento per via sistemica, alla luce della necessità di ridurre il più possibile l’induzione di resistenze agli antimicrobici.
Altro tema di discussione è rappresentato dalle forme recidivanti, che possono rimandare ad un serbatoio intestinale (infestazione parassitaria, colonizzazione fungina …), alla co-presenza di batteri con diversa sensibilità ai farmaci, ma anche ad un corpo estraneo intra-vaginale.
Quando la mestruazione è davvero troppo abbondante ….
La presenza di un sanguinamento francamente emorragico al menarca o nei primi anni post-menarca è un evento non infrequente che richiede una valutazione pronta e talvolta una terapia di urgenza per evitare un’anemizzazione acuta e talvolta uno stato ipovolemico.
cosa valutiamo sul piano dell’obiettività clinica e come interveniamo sul piano terapeutico?
- La prima opzione è sicuramente utilizzare antifibrinolitici e reintegrare il ferro perduto; ma in alcune situazioni può essere utile imparare a gestire un’emostasi ormonale.
L’iter diagnostico è spesso successivo, ma non va trascurato in quanto, a fronte del fatto che oltre il 70% dei sanguinamenti abbondanti in questa fascia di età riconosce una patogenesi disfunzionale, esistono forme riconducibili a patologia organica e soprattutto a diatesi emorragiche che è fondamentale evidenziare. - quali sono gli indizi anamnestici, gli esami da prescrivere e i riferimenti per la diagnostica?